È una raccolta di diari scritti nel tempo, quel tempo che un po’ alla volta, al contrario di molti fra noi che abbiamo rallentato il passo, ha preso ad andare sempre più svelto.
È una scelta fra le innumerevoli camminate in montagna in compagnia degli amici del CAI dislocate in quasi trent’anni passati insieme.
Un modo esaltante per rivivere e trasmettere agli altri l’atmosfera di momenti che spesso sono stati lezioni di vita.
Costretti a non uscire di casa durante la famigerata fase del lock-down, non potevo che approfittarne per portare a termine questa ricerca da condividere, sia con gli amici per ritrovare l’atmosfera di momenti da non dimenticare, che con chiunque ami passare entusiasmanti ore in altrettante escursioni in montagna, o semplicemente scoprire quanto andar per monti sia gratificante.
Il nonno Pietro è vedovo da due anni e vive la vita solitaria di pensionato nella sua città di mare toscana con l’unica consolazione dell’affezionato giovane nipote. Andrea è un ragazzo sensibile e soffre della mancanza del babbo che ha seguito a Berlino la donna per la quale ha lasciato moglie e figlio.
Arriva un messaggio da un’amica di facebook che rivoluzionerà le loro vite e li farà partire subito per Berlino per ritrovare, l’uno il babbo latitante, l’altro l’amore perduto da ragazzo oltre il Muro.
La capitale della Germania si rivelerà una città piena di delizie, ma alla fine piena anche di croci. Non solo quelle delle tombe sommerse dai fiori rossi del sangue versato sotto i colpi dei vopos nel tentativo di attraversare il Muro, ma anche quelle che rimangono come cicatrici del cuore nell’attraversamento della vita.
Chiara Recchia
Ho rimesso insieme i pezzi di questo diario per raccontare ad altri questa storia.
Perché sono i nostri racconti che poi fanno la storia.
È la verità assoluta ciò che raccontiamo? In realtà non lo sappiamo, ma di sicuro è come noi l’abbiamo percepita, quali sensazioni e quali emozioni ci hanno attraversato.
È da quando ero piccola che la sentivo raccontare da mio padre, di continuo, in modo ossessivo, tanto che già conoscevo tutti i particolari che si sarebbero susseguiti nello svolgimento del racconto.
Forse ci saranno delle imprecisioni o forse cose interpretate non correttamente, ma una cosa ho imparato, e della quale sono fermamente convinta: che in qualsiasi momento della vita, anche nelle circostanze più terribili, l’uomo è sempre in grado di scegliere da che parte stare, se stare dalla parte del bene o dalla parte del male.
Macondo, citazione di un luogo simbolico, quasi un topos letterario in cui si materializzano i corsi e ricorsi della vita dell’uomo. A sigillare quell’aura mitica è la presenza evocata di Ulisse in una recita teatrale. Siamo sui monti della Sila, più vicino al cielo, nel campus universitario nel quale Francesco Santi, già docente all’università di Firenze, insegna Chimica. Ma nei paesi e nelle campagne intorno, e ancora più in alto, in un luogo dove le case sono disposte a cerchio, si celebrano i riti dell’eterno ritorno di vittoria e sconfitta nelle vicende umane. Qui i personaggi nascondono, dietro l’aspetto di normale banalità, poteri ambigui e criminali. L’atmosfera bella del mito evapora e lascia la voglia di andare via portando con sé la donna amata: “Via, via, vieni via di qui, niente più ti lega a questi luoghi.”
A bordo del “Corsaro”, con la “picciola compagna” di due giovani innamorati, sarà il “volo” oltre le Colonne d’Ercole ad aprire un altro orizzonte e un altro Macondo, in un’isola della repubblica di Capo Verde. Qui si forma un gruppo di amici, nuovi ulissidi, costruttori di un mondo in cui nessuno viene lasciato solo. Qui maturano i pensieri e gli affetti lasciati in stand-by, e si conquista l’happy end che nelle storie vere non può mancare.
Chiara Recchia
Per l’Autrice questo romanzo breve “Anelli di una catena” non è facilmente catalogabile in un solo genere letterario, forse potrebbe rientrare nel noir come anche nel romanzo di formazione, comunque, secondo quanto lascia intendere lo stesso titolo, la trama intesse molteplici nodi, infatti si intrecciano attorno alla vita della protagonista, una giornalista di trentacinque anni, nell’arco di pochi mesi, varie storie che costituiscono un’unica trama di complicità, sensi di colpa, rimozioni, cupidigia, ma anche di riscatto e di scelte difficili sullo sfondo di una città portuale italiana in epoca attuale, un microcosmo che riflette alcune delle problematiche della società globalizzata.
Questa Antologia di poesie e racconti di autori vari testimonia il successo della prima edizione del Premio Letterario Nazionele “Civica di Calenzano” promosso dal Comune di Calenzano (FI) e dall’Associazione culturale “Amici di Civica”.
In concorso 286 poesie e 123 racconti brevi, valutati con attenzione e dedizione da una Giuria di 13 componenti a cui è spettato il difficile compito di decretare i vincitori.
Sono qui pubblicate le opere finaliste.
Anni '50. In un mondo spaccato in due, non ancora guarito dalle ferite della guerra, dove gran parte della popolazione è alle prese con la fame, non si può restare indifferenti. Ci si deve schierare e Paolo, il giovane protagonista della nostra storia, preso da battaglie quotidiane per l'affermazione della propria personalità, si schiera dalla parte dei più deboli, di coloro che hanno sacrificato vita e affetti durante la guerra e la ricostruzione del Paese.
Mescolato alle storie personali, dagli amori per le ragazze a quello per la squadra del cuore, emerge un pezzo di storia dell'Italia, osservato da un ben preciso punto di vista. Si rivelerà una grande illusione che sfumerà lentamente nel corso degli anni, fino al crollo definitivo con la caduta del muro di Berlino.
Nata a Levanella, comune di Montevarchi (AR) nel 1942, figlia di contadini, fin da piccola ho avuto un rapporto privilegiato con il cibo che si è poi sviluppato nella passione del cucinare: accendere il fuoco, mettere padelle e tegami, ascoltare lo sfrigolio dell’olio, aggiungere gli alimenti che avevo coltivato con amore, dopo averli colti, puliti, lavati, spezzettati. L'arte culinaria l’ho rubata alla mamma, oppure lei me l’ha regalata, perché mi diceva sempre: "Guarda come si fa, ruba con gli occhi, stai attenta!" Di attenzione ne mettevo tanta che il profumo mi attirava al punto da assaggiare il risultato mentre stava ancora sul fuoco. Allora arrivavano gli scappellotti materni, per poi finire in una risata anch'essa pregna d’amore.
I sapori del cibo, i profumi, hanno sempre fatto da guida nel mio cammino, ormai lungo e ancora piacevole, senza tralasciare mai soste di ristoro e amicizia.
“Aroma d’Amore” è il terzo libro da me pubblicato. Il primo nel 2014 “Sulle ali della poesia”, il secondo “Il Pateresso. L’aeroporto delle rondini” nel 2017. Mie poesie sono pubblicate in varie antologie. La casa editrice “Il Castello” è anche un’Associazione culturale del cui Direttivo io faccio parte.
I ricordi sono come frammenti di vetro sparsi sul pavimento. Li devi scovare uno per uno e raccogliere in un angolo della stanza per non farti male.
Io, i miei ricordi, ho cercato di raccoglierli con cura, con delicatezza, perché non corressero il rischio di sciuparsi, come succede spesso alle cose più preziose. Sono episodi cari della mia infanzia, della mia giovinezza, della mia maturità, di tempi, di situazioni e di emozioni che hanno disegnato la mia vita e che non torneranno più. Dovevo fissarli con la parola scritta, prima che sfumassero dalla mia mente.
Non mi bastava che questi ricordi avessero arricchito i romanzi che ho pubblicato negli ultimi anni: mi sembrava giusto che avessero un loro spazio autonomo in un libro in cui ci fossero solo loro. Li volevo avere tutti insieme nello stesso volume, per poterne aprire una pagina e scoprire quale mi riservava il caso quella sera. Come rivivere, volta per volta, frammenti della propria vita, piccoli, infinitesimi, ma non per questo trascurabili, di un insieme immortale.
Anni '50. In un mondo spaccato in due, non ancora guarito dalle ferite della guerra, dove gran parte della popolazione è alle prese con la fame, non si può restare indifferenti. Ci si deve schierare e Paolo, il giovane protagonista della nostra storia, preso da battaglie quotidiane per l'affermazione della propria personalità, si schiera dalla parte dei più deboli, di coloro che hanno sacrificato vita e affetti durante la guerra e la ricostruzione del Paese.
Mescolato alle storie personali, dagli amori per le ragazze a quello per la squadra del cuore, emerge un pezzo di storia dell'Italia, osservato da un ben preciso punto di vista. Si rivelerà una grande illusione che sfumerà lentamente nel corso degli anni, fino al crollo definitivo con la caduta del muro di Berlino.
“... A San Salvi non ho mai trovato il coraggio di tornarci, dopo che è stato chiuso. Forse non voglio rivedere balzarmi incontro la realtà di allora.
I lunghi corridoi rimbombanti di suoni e voci dolorose, mendicanti uno sguardo, una parola, un gesto qualsiasi. Appena una virgola di attenzione reclamata con la violenza della disperazione cercando di toccarti.
Non doveva succedere e non succedeva.
Tutto era incolore e niente rideva dietro le sbarre di quelle finestre e sul limitare di quelle soglie invalicabili.
Solo l’angoscia muoveva l’aria di informi figure.
La tristezza di una maschera in continua oscillazione su se stessa, il farfuglio di parole prive di senso.
Erano l’espressione di un carico insopportabile di umana miseria che mi faceva vergognare, spingendomi fuori e lontano.”
Silvana Santi Montini
“... La vita ci insegna che bisogna sempre volare in alto...
Più in alto dell’invidia, del dolore della cattiveria...
Più in alto delle lacrime, dei giudizi.”
Alda Merini
Prefazione
Il presente volume di racconti, edito e curato dall'Associazione Culturale Pratese “Il Ca-stello”, viene alle stampe al termine del concorso letterario nazionale "Racconti Urbani”. Premio letterario nato da un'idea di Pierluigi Larotonda, promosso ed organizzato da Radiocanale7. La città come luogo di aggregazione di identità e culture si sviluppa sempre di più nelle periferie, dando origine ad aree urbane caratterizzate da nuclei fortemente attivi e ricchi da un punto di vista sociale ed antropologico. Ed è proprio dal concetto e dato concreto di melting pot (crogiuolo di etnie, religioni, individui e gruppi sociali diversi tra loro) che la città dà origine a nuove forme di espressioni artistiche e linguaggi innovativi. Il concorso è partito da Prato, simbolo di società ibrida e mescolanze linguistiche, ma si è subito aperto a tutte gli altri contesti urbani con testi pervenuti da varie realtà italiane.
I racconti vincitori e quelli segnalati dalla Giuria sono stati inseriti in questo libro. Ne è uscita fuori un'antologia vivace, con linguaggio reale e metallico ma anche positivo, uno sguardo fiducioso nel futuro.
Pierluigi Larotonda
"Una radio tante voci" è il motto della web-radio RadioCanale7, che ha accolto con entusiasmo la proposta di Pierluigi Larotonda di un Premio Letterario Nazionale, ne ha curato l'organizzazione e sostenuto le spese, e rinnova ora l'invito agli Autori, le cui opere sono state premiate o segnalate, a presentare e a leggere il proprio racconto in diretta negli studi della ra-dio a Prato, oppure in collegamento telefonico. "Arriviamo dall’altra parte del mondo grazie al web, cerchiamo di mantenere vivo il nostro passato, parliamo di oggi ma abbiamo anche tanta voglia di sperare per il domani" e sono bene accette le persone che vogliono unire la loro voce alla nostra.
Simonetta Cappetti resp.bile del concorso per Radio Canale7
In Italia, la crisi economica mostra come sempre i suoi effetti soprattutto nel mondo del lavoro. Nell'azienda Officine Marconi di Firenze, appartenente al gruppo industriale per la difesa, Tecnomil, deve avvenire la produzione di un sistema di puntamento missilistico. L'ultimo ingegnere in grado di introdurre le migliorie al sistema affinché soddisfi le richieste del nuovo cliente, scompare un giorno misteriosamente. L'unico tecnico in grado di sostituirlo è Jason Cheli: un giovane agente dell'AISI (Agenzia, Informazioni e Sicurezza Interna), inserito in Tecnomil col ruolo di tecnico elettronico come copertura.
L'azienda di Firenze è una delle tante controllate da un gruppo di ambientalisti estremi con l'intento di farla fallire facendo sparire i personaggi chiave.
Sono i membri dell'AISI in un'operazione congiunta con la Guardia di Finanza ad occuparsi del caso.
Quella che però sembra essere una banda di esaltati rivoluzionari, è solo la punta dell'iceberg; un muro di facciata pilotato da più potenti organizzazioni criminali.
Jason si trova così a dover affrontare un progetto lavorativo ambizioso, tra mille traversie, immerso in uno scontro che può costargli la vita, senza essere messo a conoscenza da parte dell'Agenzia, dei personaggi che lo circondano.
Intercettazioni, arresti e scontri tra le forze dell'ordine fino ad arrivare agli alti vertici della politica, sono gli elementi che determinano il panorama su cui si svolge l'azione di Jason Cheli. Un crescendo di adrenalina che giunge infiprezzo euro 12,00ne al culmine sbrogliando i nodi della matassa.
È l’albero genealogico di tre famiglie Mugellane: Stefani e Sartini, genitori dell’autrice, e Nencini fortemente legata ad entrambi.
Sono tre grandi storie, anche se grandi in questo caso non vuol dire importanti o famose, ma semplicemente numerose e imparentate fra loro: una matassa particolarmente ingarbugliata, tutta da districare.
Famiglie di una volta dove nascevano tanti figli, e poteva capitare che prima nascesse il nipote e dopo lo zio. Difficile collocarli in una generazione precisa, soprattutto curioso e complicato individuarli fra i numerosi nomi che si ripetevano regolarmente.
Il mosaico dove collocare tutti i personaggi che l’autrice è riuscita a trovare manca inevitabilmente di altri tasselli.
Li ha cercati con entusiasmo e determinazione fra i nodi di quella stupefacente matassa in cui ha trovato tanta vita passata, tante esperienze, aneddoti significativi per riconoscere persone che hanno avuto ognuna la propria storia, rami importanti che non potevano mancare in ogni albero genealogico in cui riconoscersi.
Vecchie famiglie tanto diverse da quelle di oggi in cui figli e nipoti, quando ci sono, si contano sulle dita di una mano. Ai nostri nonni invece non bastavano le mani, e siccome spesso erano analfabeti, dopo le mani e soprattutto con l’arrivo dei nipoti, perdevano il conto.
Mantenere viva la memoria degli antenati è un atto d’amore per chi ci ha preceduti, è conservare e rafforzare le radici su cui è impiantato il nostro vivere quotidiano e il nostro futuro.
Piccoli e grandi amori nascono e muoiono seguendo il ritmo di Bésame mucho, la canzone malinconica che accompagna la vita sentimentale del protagonista del romanzo.
Antonio è una persona superficiale, un uomo che non è capace di prendere decisioni importanti nei momenti cruciali della vita. Quando parte il treno che gli porta via il suo primo amore, non lo insegue per andare a conoscere il mondo insieme alla sua ragazza, ma resta fino a sera sotto la pensilina della stazione a guardare i binari. Quando ritrova Flora e diventa il suo amante, non ha né il coraggio né la voglia di cambiare vita, perché Flora per lui non è diversa da Sabrina, Emanuela o Sara, donne tutte uguali, senza volto.
Ma quando nasce Elisa, la sua bambina, Antonio è pervaso da una forza così grande da sfidare il mondo.
«Una reazione chimica è una barca a vela che avanza sulle onde. Le separazioni si alternano alle formazioni di nuovi legami, fino all’arrivo nel porto dove il mare si fa calmo e i marinai ammainano le vele. È qui che viene raggiunto il punto di equilibrio, la sintesi tra amore e libertà. Quello che desidera ogni persona».
Durante la strada verso la pensione, Felice Russo riflette sulle parole del professore di chimica. Quale può essere il suo approdo sicuro ora che è stato cacciato di casa dalla moglie e si è ritrovato a vivere in strada?
Deve imparare a nuotare in un altro mare, un mare ostile, in continua burrasca e deve tirar fuori il suo lato oscuro, di cui neppure lui ha piena conoscenza, per difendersi da truffatori, delinquenti, mafiosi.
E poi incontra Santina.
«Ti abbiamo trovato ieri sera in un vicolo, in balia di due...» non trovava la parola giusta. Cos’erano? Delinquenti? Stupratori? Semplici ladruncoli che cercavano di rubarle qualcosa e approfittare di lei?
«Ti abbiamo...Chi?»
«Stefano ed io» Giulia sentì quel nome come una cannonata. Allora quella era la donna che stava nel camion di suo padre! Cominciò a vestirsi.
«Tu chi sei?» Non voleva far conoscere, per il momento, il suo interesse per Stefano.
«Sono Marisa» e si avvicinò.
«lo sono...» «Giulia» interruppe Marisa.
Due ragazze, che non si conoscono tra loro, in occasione delle vacanze estive, partono alla ricerca del loro padre. Intraprendono così un lungo viaggio in varie capitali europee, incontrando vari personaggi e affrontando situazioni anche pericolose. Scopriranno infine che il destino ha molta più fantasia degli uomini e riserverà loro una particolare sorpresa.
Come presidente di Cibo Amico raccolgo ogni giorno storie personali di tante famiglie, storie di paura e di speranze, storie di isolamento e di inclusione. Ma la storia che è raccontata in questo libro ha un valore aggiunto proprio perché condivisa con tutti noi. E sono immensamente grata per la scelta di donare a Cibo Amico i proventi delle vendite, perché sempre più famiglie siano accolte e sostenute nel loro percorso con l’allergia alimentare e sempre più scuole possano ricevere informazioni e supporto adeguati a garantire la sicurezza degli alunni con allergia severa. I nostri ragazzi sono allergici a molti alimenti diversi: latte, uova, pesce, grano, ma tutti noi siamo Allergici all’ignoranza e ogni passo fatto verso la cultura dell’allergia è un passo verso la dignità e la tutela dei nostri figli, un passo che vogliamo compiere assieme a tutti voi.
Valeria Invernizzi
Presidente di Cibo Amico Associazione Amica del Meyer
Fra i ricordi di suo padre, c’era anche questo racconto che sembrava uscito da un libro di avventure. Ma sapeva che suo padre raccontava quel che a lui aveva raccontato suo padre. “I remember my father… was told that story”. Qualcosa di vero doveva esserci in quelle storie di un mondo tanto antico, diverso e impenetrabile.
…
Ed è chiaro che, liberate dalla gabbia delle vecchie costumanze sociali, le nuove vite si radicavano proprio su quelle forze naturali che nel vecchio mondo erano state, forzatamente, o represse o portate su una strada senza uscita, ma che continuavano testardamente e gelosamente a conservarsi come la parte migliore di se stessi.
La memoria conta solo se tiene insieme
l’impronta del passato e il progetto del futuro,
se permette di diventare senza smettere di essere
e di essere senza smettere di diventare.
(Italo Calvino)
Il rumore assordante dei macchinari era quasi continuo: la fresa, il tornio, il trapano, la saldatrice e il martello sull'incudine erano una costante permanente nell'officina. Per potersi parlare gli operai dovevano alzare la voce fin quasi a gridare. Nel reparto vicino facevano le colate di ghisa e il calore dell'altoforno raggiungeva anche l'officina. La parete divisoria, piuttosto sottile, era molto calda e gli operai ci mettevano vicino i loro tegamini con il pranzo per riscaldarli. Facevano due turni di dodici ore, giorno e notte: dalle sei di mattina fino alle sei di sera e dalle sei di sera fino alle sei di mattina.
Storie di donne senza tempo, perché sempre uguali. Soprattutto nelle sofferenze causate dall’Amore di un uomo. Eppure, confrontate con certe storie di oggi, capita di chiedersi se il mondo sia andato avanti o se invece sia tornato indietro. I nove casi riportati in questo libro sono uno spiraglio sulla condizione delle donne di 150 anni fa e dal confronto con i fatti del passato ciascuno può trarre le conclusioni che ritiene più giuste. Senza che venga meno la capacità di sorridere sulle umane debolezze, di indignarsi del male inferto alle vittime, e in definitiva di riflettere su se stessi.
Nata nel 1942 a Levanella comune di Montevarchi (AR), ha fatto la contadina fino a diciotto anni, poi si è trasferita a Prato dove ha lavorato in una fabbrica tessile.
Per dedizione alla famiglia ha rinunciato alle sue ambizioni culturali, ma “da grande” si è iscritta all’Associazione culturale Il Castello di Prato trovando nella scrittura una forza interiore che la induce a scrivere poesie, filastrocche, aforismi, racconti.
Nel 2014 ha pubblicato il suo primo libro di poesie “Sulle ali della poesia”, Edizione Il Castello, ma “Il Pateresso non sarà l’ultimo libro” dice Giuliana “perché ho ancora materiale da mettere nero su bianco”.
La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro,
leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare.
Arthur Schopenhauer
Colori: bolle di sapone
Iridescenti trasparenze della vita
Che si perde nel tempo, si confonde lontano
E sparpaglia l’azzurro dei sogni.
Silvana Santi Montini
Nel secolo scorso, nel quadro dell’alta campagna toscana, si snoda la storia di Meri e della sua famiglia.
Uno spaccato di vita contadina in cui, fra miseria, pregiudizi e ignoranza, si intrecciano la vita di tutti i giorni, le riflessioni e le storie di singolari personaggi.
Una giovane contadina, bella e risoluta, si allontana dalla famiglia e va incontro ad una serie di esperienze, anche dolorose, ma tutte vissute con intelligenza e generosità, malgrado l’incomprensione che la società in una Toscana ancora agricola dei primi decenni del Novecento riservava ad una donna intenzionata a non cedere ad altri la gestione della propria vita. Ma Meri non si perde, il suo filo tenace la tiene ben legata al mondo delle proprie convinzioni e dei propri affetti.